Una canzoncina francese dal titolo "Do, ré, mi, fa, sol, la, si, do" che si insegna ai bimbi per far memorizzare le sette note, il testo della canzone di Renzo Arbore "Mamma mi piace il ritmo" che recita così: "... non ho voglia di studiar / tutto il di’ vorrei cantar / con sette note / do re mi fa sol la si do / alla scuola non andrò / tutto il di’ io canterò...", sono solo due delle tante canzoni dove vengono riportate le sette note musicali.
Dobbiamo fare un salto indietro, nell'anno 1025, quando un monaco benedettino Guido Pomposiano noto anche come Guido d'Arezzo, mentre insegnava musica e canti gregoriani nell'abbazia di Pomposa, notò la difficoltà che avevano i monaci ad apprendere i canti della tradizione e la ritmica della musica. Fu così che per aiutare i cantori decise di utilizzare le sillabi iniziali dei versi dell'inno a S. Giovanni Battista.
Ut queant laxis (Affinché possano con libere)
Resonare fibris (voci cantare)
Mira gestorum (le meraviglie delle azioni)
Famuli tuorum (i tuoi servi)
Solve polluti (cancella dal contaminato)
Labii reatum (labbro il peccato)
Sancte Iohannes (o San Giovanni)
Come si può notare, originariamente la prima nota era Ut. Solo nel XVII secolo venne sostituita con il Do. Tale sostituzione fu proposta da Giovanni Battista Doni, teorico della musica italiana, prendendo le prime due iniziali del suo cognome, e perché si pronuncia in modo più fluido nel solfeggio.
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